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La Pubblica Moglie

«Mamma!» «Mamma!». Sento gli occhi bruciare, gonfiarsi. Ho perso la mamma. Mi guardo attorno, ma la folla del mercato m'impedisce di vedere. Corro, sbatto nelle gambe delle persone, cado a terra. Sanguino da un ginocchio. Un pollo strilla da una gabbia, salto via impaurita. Qualcuno mi afferra il polso. Non è mia madre, ma una donna alta e magra. Un turbante bianco le nasconde i capelli. Sorride. «Stai calma» mi dice. Prende una manciata di piccoli frutti, rossi, da uno dei banchi accanto a noi. Me li porge. Esito un attimo, poi li accetto. Mi appiccicano le dita, le labbra. Torna mia madre, mi afferra per l'altro braccio. Le due donne restano un attimo immobili a guardarsi, una bolla silenziosa nel caos della piazza. Infine la donna dal turbante bianco mi lascia andare, e scompare fra la folla. Non ha pagato la frutta. Apro la porta e me lo trovo davanti. È tornato. Per l’ennesima volta. Dicono che è bello, che ha occhi grandi, braccia forti e una voce come il tamburo. Così d
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La Battaglia sulla Collina

  «Spingete più forte» gridò Elia. Gli altri grugnirono spiaccicandosi contro il fieno. Piccoli steli dorati s'incollavano al sudore, pizzicando caviglie, braccia, collo. «Dai smettetela scemi» gridò spaventato Michele da sopra la balla di fieno. Quelli sotto risero. «Smettila » urlò ancora Michele piagnucolando. «No – sbottò Elia – così impari, Anita è la mia fidanzata». «Le ho solo offerto un gelato» si difese Michele. Elia, però, s'infuriò ancora di più. Raccolse una frasca da terra e prese a frustare le gambe del rivale. Mentre cercava di schivare i colpi, Michele alzò per un attimo lo sguardo alla croce di legno che si stagliava sul crinale brullo. Gli scappò una preghiera, ma nessuno rispose. Anzi, proprio in quel momento la balla di fieno si mise in moto, iniziando a rotolare giù per il pendio della collina. Michele si dimenò, cercando di mantenere l'equilibrio mentre la rotoballa accelerava giù per la discesa. Il mondo attorno sfocò fino a divenire solo una serie d