«Mamma!» «Mamma!». Sento gli occhi bruciare, gonfiarsi. Ho perso la mamma. Mi guardo attorno, ma la folla del mercato m'impedisce di vedere. Corro, sbatto nelle gambe delle persone, cado a terra. Sanguino da un ginocchio. Un pollo strilla da una gabbia, salto via impaurita. Qualcuno mi afferra il polso. Non è mia madre, ma una donna alta e magra. Un turbante bianco le nasconde i capelli. Sorride. «Stai calma» mi dice. Prende una manciata di piccoli frutti, rossi, da uno dei banchi accanto a noi. Me li porge. Esito un attimo, poi li accetto. Mi appiccicano le dita, le labbra. Torna mia madre, mi afferra per l'altro braccio. Le due donne restano un attimo immobili a guardarsi, una bolla silenziosa nel caos della piazza. Infine la donna dal turbante bianco mi lascia andare, e scompare fra la folla. Non ha pagato la frutta. Apro la porta e me lo trovo davanti. È tornato. Per l’ennesima volta. Dicono che è bello, che ha occhi grandi, braccia forti e una voce come il tamburo. Così d